Dopo che i primi coloni romani arrivarono a Pesaro e trovarono un territorio adatto a viver bene, arrivarono in tanti, circa 2000 le famiglie di coloni con cittadinanza romana, a fondare la città di Pisaurum, nel 184 a.C. La  pianta della città ce lo racconta in modo molto chiaro:  tutte le case si sono sviluppate intorno a due linee perpendicolari, il cardo – quelle che oggi conosciamo come via Branca e via Rossini -  e il decumano  - via San Francesco e Corso XI Settembre - che si incontravano nel foro, la piazza principale, luogo di incontro e di scambi. Le strade vennero lastricate con il basolato, delle grandi pietre quadrate o a più lati e vennero costruite le mura. Le domus si arricchirono di mosaici e di arredi preziosi (dell’Idolino abbiamo già parlato nella tappa 08).

Ai romani si deve anche una delle opere pubbliche più importanti del territorio, l’acquedotto, che portava giù l’acqua dal monte vicino a Novilara fino al centro della città. Possiamo immaginare come sia cambiata l’economia della zona, quando finalmente c’era l’acqua per coltivare e non a caso oggi la via è piena di orti dove si coltivano le verdure che compriamo ai mercati. Ancora oggi è possibile vedere in via dell’acquedotto i pozzetti della struttura romana che ha alimentato Pesaro portando l’acqua fino alla fontana di piazza del Popolo. Ancora oggi l’acqua rifornisce alcuni stabilimenti balneari sotto il monte Ardizio. Purtroppo le tracce dell’acquedotto e dell’adattamento ai mezzi del commercio  fatto nella zona che oggi si chiama Muraglia è in stato di abbandono e possiamo vederla soltanto cercando bene dietro le case.